240mila euro al Comune di Vicchio sono atto grave che penalizza i mugellani onesti
3 ott 2025
La recente decisione dell’Unione dei Comuni del Mugello di destinare un contributo a fondo perduto di 240.000 euro al Comune di Vicchio, per evitarne il dissesto finanziario, rappresenta un atto grave che solleva interrogativi profondi sia sul piano politico che su quello amministrativo.
Si tratta dell’ennesima dimostrazione di un sistema di gestione delle risorse pubbliche che appare improntato più alla logica della contiguità politica che a quella del rigore e della trasparenza. È un metodo consolidato da parte del Partito Democratico, che in Toscana utilizza le istituzioni locali come strumenti di compensazione politica, scaricando gli effetti di gestioni poco oculate sulle spalle dei cittadini e delle amministrazioni virtuose.
Ha fatto bene il Coordinatore del Circolo FdI Marradi - Palazzuolo, Fabio Gurioli, a richiamare l’attenzione sulle evidenti criticità che riguardano l’operato dell’Unione dei Comuni, guidata dal Sindaco Triberti, che continuano a generare dubbi sull’efficienza complessiva dell’ente e sulla reale equità nella distribuzione delle risorse.
Appaiono poi quantomeno fuori luogo le dichiarazioni del Sindaco Bottino, secondo cui l’impiego di fondi pubblici da parte delle amministrazioni mugellane sia sempre stato finalizzato a garantire servizi al territorio. Nessuno mette in discussione i servizi, ma è doveroso interrogarsi su come vengano utilizzate le risorse comuni, specie quando i territori più fragili continuano a soffrire gravi carenze infrastrutturali e sanitarie.
È tempo di voltare pagina. Le risorse pubbliche devono essere gestite con rigore, responsabilità e trasparenza, ponendo al centro l’interesse dei cittadini e non le logiche di partito. Il Mugello, come tante altre aree interne della Toscana, è da anni abbandonato dalla Regione: mancano investimenti sulle infrastrutture viarie, il servizio di emergenza territoriale 118 è al limite della resistenza, i medici di base diminuiscono, e cresce lo spopolamento.
Serve una visione politica nuova, fondata sulla competenza e sull’ascolto reale dei territori. Va rilanciata la Toscana, partendo proprio dalle sue aree più dimenticate. Non possiamo più permetterci di perdere altro tempo.