SANITÀ E SERVIZI SOCIO-SANITARI
La sanità è la prima emergenza per i cittadini del collegio Firenze 2. Un territorio vasto e frammentato come il nostro ha bisogno di servizi capillari, non centralizzati a Firenze. Ospedali come quelli di Borgo San Lorenzo, Figline e Firenzuola sono fondamentali per la salute delle comunità locali, ma troppo spesso hanno subito tagli di servizi e carenze di personale.
Nei comuni più periferici del Mugello e dell’Appennino, come Marradi, Palazzuolo sul Senio, San Godenzo, Londa, la carenza di medici di base e pediatri rende difficile anche l’accesso alle cure primarie, costringendo i cittadini a lunghi spostamenti o a rivolgersi impropriamente ai pronto soccorso. A tutto questo si aggiungono le liste d’attesa interminabili, che rendono i cittadini della Toscana “malati di serie B” rispetto ad altre regioni.
La Regione ha negli anni depotenziato la sanità territoriale e la medicina di prossimità. Noi proponiamo invece di restituire centralità ai servizi locali, di rafforzare ospedali e pronto soccorso periferici e di riportare la sanità a misura di cittadino, senza discriminazioni tra chi vive nelle città e chi nelle aree interne. Particolare attenzione dovrà essere prestata all’organizzazione delle Case della Salute e della Comunità per fare in modo che non siano scatole vuote ma offrano veri servizi aggiuntivi in quelle aree distanti dai grandi centri.
LE MIE PROPOSTE
DIFESA E RILANCIO DEGLI OSPEDALI TERRITORIALI.
Gli ospedali di Borgo San Lorenzo e Figline devono essere potenziati, troppo spesso sono stati ridimensionati. Occorrono investimenti in reparti chiave (medicina, chirurgia, pronto soccorso) e tecnologie diagnostiche, così da evitare che i cittadini siano costretti a rivolgersi agli ospedali di Firenze, lontani in termini chilometrici. A Firenzuola va mantenuto un presidio di primo intervento funzionante per la popolazione montana. A Figline serve chiarezza, il Valdarno fiorentino è privato da tempo del proprio Pronto Soccorso, oltre che di molti servizi, ingolfando l’attività dei punti di emergenza-urgenza dell’Osma di Ponte a Niccheri e dell’ospedale della Gruccia a Montevarchi. I cittadini chiedono chiarezza e trasparenza sul futuro del loro ospedale e non esperimenti come accaduto fino ad oggi. L’impegno è quello di riportare servizi e cure sul territorio.
MEDICINA DI PROSSIMITÀ NEI PICCOLI COMUNI.
Aprire nuove Case di Comunità e ambulatori territoriali nei comuni sotto i 15.000 abitanti, dotandoli di specialisti e infermieri di comunità, ambulatori multispecialistici, diagnostica rapida e teleconsulto. Nelle aree più isolate le farmacie devono diventare veri “sportelli sanitari” per prenotazioni CUP ed esami di base.
ABBATTIMENTO DELLE LISTE D’ATTESA.
Creazione di un CUP unico regionale, con tutte le agende sempre aperte e consultabili online. Saranno vietate le “liste chiuse” e verranno introdotti turni aggiuntivi serali e nei weekend per visite ed esami, con incentivi economici al personale. Quando il pubblico non è in grado di garantire tempi certi, i cittadini dovranno avere diritto a ricevere la prestazione nel privato accreditato senza costi aggiuntivi.
POTENZIAMENTO DEL 118 E DELL’EMERGENZA-URGENZA.
Incrementare il numero di ambulanze medicalizzate e postazioni di pronto intervento nei comuni più distanti da Firenze. Potenziamento del servizio di ambulanza ordinario tramite apposite convenzioni per lo stand by Regione - Misericordie e Pubbliche assistenze, al fine di garantire ai cittadini tempi certi dei servizi di trasporto da e per i presidi sanitari e ospedalieri. L’elisoccorso deve diventare operativo H24 per garantire soccorsi rapidi nelle aree montane.
RSA, ANZIANI E ASSISTENZA DOMICILIARE.
Riqualificare le RSA con più personale e standard qualitativi più elevati. Sostenere forme innovative come il co-housing per anziani autosufficienti e potenziare l’assistenza domiciliare integrata (ADI), con più ore e strumenti di telemonitoraggio.
Occorre supportare gli agli anziani e le loro famiglie ristabilendo le priorità sull’utilizzo delle risorse ed aumentando la quota sanitaria a carico dell’ente regionale.
Le Aziende di servizi pubblici alla persona, poi, non possono continuare ad essere zone franche in mano ai nominati della politica senza nessun tipo di controllo sulla gestione delle risorse economiche, del patrimonio immobiliare e sul regolare accesso ai posti letto disponibili come – ad esempio – è accaduto per troppo tempo all’Opera Pia Vanni di Impruneta. La Regione, e i Comuni, devono fornire adeguati indirizzi di gestione e controllare che siano attuati.